Traversata Marmagna, Braiola, Orsaro (appennino parmense)

Escursione del 01 Luglio 2018 – Partenza da rifugio Lagdei, salita al Lago Santo, Sella del Marmagna, Monte Marmagna, sella del Braiola, Monte Braiola, bocchetta dell’Orsaro, Monte Orsaro, Foce del Fosco Ponte Rotto e ritorno a Lagdei.

Cartina della zona
Cartina della zona

Finalmente un giro in montagna, il primo quest’anno. Punto su una meta classica del parmense: il Lago Santo e il crinale che lo sovrasta. Questi monti ormai li conosco, ma sono luoghi bellissimi, ci si torna volentieri. Visto che non l’ho mai fatto decido di inanellare l’intera traversata dei tre monti che troneggiano sopra il lago: Marmagna, Braiola e Orsaro. E c’è un’altra novità: oggi cammino solo. E’ la prima volta che mi butto in una camminata montanara in solitaria. E’ un’esperienza nuova. Ti prendi i tuoi tempi, ti fermi quando vuoi, non devi rendere conto o scendere a patti. Solo camminare, guardare e pensare. Mi rendo conto che non c’è tanta differenza: quando faccio queste escursioni non sono un gran chiacchierone, mi piace il silenzio e in genere parlo poco anche con chi mi accompagna. Però da solo ti senti più vulnerabile, più esposto alla forza della natura, più sensibile, più concentrato su te stesso.
La giornata è ottima. Parto da Lagdei di buonora. Prendo il sentiero panoramico 723A per il Lago Santo e mi fermo un po’ nei pressi del Rifugio Mariotti per qualche foto e per ammirare i riflessi del lago. Salgo poi sul 723 fino alla sella del Marmagna. Da qui una bellissima vista sul mare di La Spezia. E’ una zona spesso ventosa e oggi non fa differenza. Prendo ora lo 00 di crinale e inizio con la mia piccola impresa. Salgo sul Marmagna (mt. 1852) dove trovo solo tre uomini del soccorso alpino che sono lì in vetta ad attendere il passaggio di una gara di trail running che si svolge oggi. Faccio due chiacchiere e scrocco una foto. Scendendo dal Marmagna bisogna fare un po’ di attenzione a un tratto dove il sentiero sconfina in Toscana per aggirare uno spuntone. E’ sicuro, nessuna preoccupazione, ma è un po’ stretto e esposto sulla sinistra. Raggiungo la sella del Braiola e vedo i primi atleti che stanno salendo. Decido quindi di non sostare (mi voglio godere la mia solitudine) e riparto in salita. C’è un bello strappo ma nel giro di mezz’oretta sono in cima al Braiola. Vetta meno frequentata, senza croce, ma molto panoramica.  Mi godo il silenzio. Il vento è calato, il sole brucia, il cielo è limpido, azzurro, liquido. Dopo un sosta scendo alla bocchetta dell’Orsaro, una zona bellissima. Da qui si può scendere verso capanna Schiaffino, ma oggi sono motivato a completare il trittico delle tre montagne più alte della zona, perciò ricomincio a salire. Prendo il sentiero che scende leggermente dal lato toscano e poi risale con decisione sul crinale. Nel punto più ripido il sentiero è rovinato, il terriccio è friabile, scivoloso. Bisogna stare un po’ attendi, in più solo da solo, quindi non mi faccio scrupoli a poggiare le mani nei punti più ripidi e sfruttare rami e rocce. Non me lo ricordavo così tosto! Anche più su, tornasti sullo “00”, ci sono un paio di tratti dove tocca aiutarsi un po’ con le mani. Probabilmente è il momento più bello dell’escursione. Dopo quest’ultima salita arrivo anche sull’ultima vetta della giornata, l’Orsaro. Qui mi concedo una bella sosta, un panino, ammiro il panorama grandioso. Sto da Dio. Si aggiungono un altro paio di persone. Scambiamo poche parole. Un po’ di riposo, poi scatto qualche foto e inizio la lunga discesa verso la foce del monte Fosco. Mi immergo nuovamente nel bosco per scendere fino alla piana di Lagdei. C’è quel momento particolare, quell’attimo in cui abbandoni gli spazi aperti ed entri nel fitto del bosco… ecco, in quell’istante l’essere lassù già ti manca. In quell’istante realizzi che torni giù, al tuo quotidiano…

Ecco un po’ di foto: